
Miglioramenti della qualità degli ambienti acquatici di alta quota
Il Parco Nazionale Gran Paradiso racchiude ambienti ben conservati nei quali l’impatto dell’ attività umana è ridotto al minimo.
Le caratteristiche climatiche degli ambienti di alta montagna però possono indebolire le normali tecniche utilizzate per mitigare l'impatto dell’uomo, come nella gestione delle acque reflue.
Gli scarichi, infatti, raggiungendo zone d’acqua, possono alterarne l’equilibrio naturale.
Il progetto LIFE+ BIOAQUAE vuole affiancare tecniche di fitodepurazione ai metodi tradizionali di depurazione e verificarne efficacia e attuabilità in zone alpine. La fitodepurazione consiste nel ricreare, tramite la piantumazione di essenze vegetali adatte, un habitat idoneo alla crescita della flora batterica responsabile della depurazione acquifera. Le essenze prelevate da zone limitrofe ai siti di piantumazione sono ben adattate alle caratteristiche locali. L’obiettivo è creare un filtro ecologico che possa essere complementare alla depurazione classica, restituendo acque limpide e povere di sostanze organiche.
Uno dei due siti in cui si svilupperà l’azione è il Rifugio Pontese, situato a circa 2200 m di quota.
L’ambiente circostante il rifugio, a ghiaioni silicei, è indicato nell’allegato I della Direttiva europea Habitat e deve perciò essere attivamente conservato e protetto.
Il Rifugio utilizza tutti i sistemi di depurazione previsti per legge ma, nonostante ciò, le acque reflue raggiungono il Lago Telessio e ne aumentano il carico di sostanze organiche con effetti più o meno evidenti sulle zone circostanti e nel lago.
L’azione di fitodepurazione prevista consiste nella piantumazione di specie locali per favorire la formazione di una zona arbustiva tra il rifugio ed il lago.
Questo filtro ecologico permetterà di ridurre il carico di sostanze organiche nelle acque in arrivo dalla fossa Imhof del Rifugio e dirette a valle e la creazione di un ambiente arbustivo importante per la fauna locale.
Il secondo sito è il Lago Nivolet inferiore (2500 m) il cui ambiente, a formazioni erbose calcicole, è elencato nell’allegato I della Direttiva Habitat.
I dati raccolti a partire dal 2009 hanno mostrato come il lago presenti valori di sostanze organiche superiori ad altri laghi alpini e come le acque siano poco trasparenti. Questi sintomi indicano un’alterazione della composizionefisico-chimica del lago e un potenziale effetto sulla fauna dello stesso. La causa principale sembra essere la vicinanza di una malga attiva nella stagione estiva. Il letame prodotto delle vacche ospitate, sebbene trattato a norma di legge, riesce infatti a raggiungere le acque del lago.
In questo sito si prevede il trapianto in un’area impermeabilizzata di essenze acquatiche già presenti nelle zone umide limitrofe, che possano filtrare le acque ricreando le condizioni ideali per l’autodepurazione dell’acqua.
Questa zona umida, particolarmente interessante per la fauna, verrà creata tra la malga ed il lago.