ConfluPo e Bioaquae: incontro tra due progetti di conservazione attiva degli ecosistemi acquatici

Venerdì 17 Marzo una delegazione del Progetto Life+ Bioaquae si è recata all’inaugurazione della scala di risalita ittica sul fiume Po presso la Centrale ENEL di Isola Serafini nel Comune di Monticelli d’Ongina (PC). L’evento,  organizzato nell’ambito del Progetto LIFE 11 NAT /11/188 “Restoring connectivity in Po river basin opening migratory route for Acipenser naccarii and 10 fish species in Annex II”, ha consentito alla delegazione PNGP l’importante opera di networking fra i due progetti Life che hanno come obiettivo la salvaguardia degli ecosistemi acquatici. Durante l’evento, insieme al materiale informativo del progetto  ConfluPo, sono stati distribuite brochure e cartoline del progetto Bioaquae portando l’esperienza di conservazione degli ecosistemi acquatici alpini nel cuore della Pianura Padana.

Il Progetto Life ConfluPo nasce cinque anni fa e raggiunge oggi l’importante e vitale obiettivo di garantire la continuità fluviale del principale bacino idrologico italiano, quello del Fiume Po, interrotta dal 1962 con la costruzione del più grande impianto ad acqua fluente italiano capace di una portata di 1000 m3/s, 82 MV di potenza e una tensione in uscita dalla centrale di 132000 V. Grazie al progetto ConfluPo, l’impianto è ora finalmente dotato di una moderna scala di risalita a “Y” che consente il libero passaggio dei pesci da valle a monte dello sbarramento idroelettrico. 

Quest’opera di rimonta racchiude in sé un enorme significato: la riconnessione dell’habitat consente infatti finalmente il libero passaggio della fauna ittica in gran parte del bacino del Grande Fiume. In sintesi  qualsiasi specie può ora arrivare all’estremo Nord del bacino del Po, fino al Lago di Lugano partendo idealmente dal suo Delta o dal Mare Adriatico. Con più di 650 Km di percorso e almeno 140 affluenti il Po è uno straordinario serbatoio di biodiversità in cui sono presenti specie strettamente legate all’acqua dolce e specie che utilizzano il suo corso per obbligate migrazioni riproduttive come lo Storione Cobice (Acipenser naccarii), simbolo del progetto ConfluPo e specie endemica dei grandi corsi d’acqua tributari del Mare Adriatico. Questo grande migratore risale i fiumi partendo dal Mare Adriatico nei primi mesi dell’anno per la riproduzione (è una specie che viene detta anadroma proprio a causa di questo comportamento). Altra specie capace di migrazioni a lungo raggio che beneficerà della scala di risalita è l’Anguilla (Anguilla anguilla), che compie invece all’inverso la sua migrazione riproduttiva scendendo i tributari e gli affluenti del Po per poi raggiungere attraverso il Mar Adriatico e lo Stretto di Gibilterra il Mar dei Sargassi, l’unico sito riproduttivo attualmente noto per la specie (è quindi una specie catadroma). I giovani di Storione cobice abbandoneranno poi le acque dolci per spostarsi in mare mentre i giovani di Anguilla risaliranno i fiumi per l’accrescimento e la maturazione. Dal mare altre specie come la Cheppia (Alosa fallax) ritorneranno a riprodursi nelle ghiaie dei nostri fiumi, spingendosi oltre lo sbarramento di Isola Serafini e tornando dopo oltre mezzo secolo a utilizzare quella parte dell’areale distributivo a lungo sottratto loro in nome del progresso.

Risalendo il corso del Po, seguendo la ripristinata continuità fluviale e in continuità ideologica con la conservazione degli ecosistemi acquatici, arriviamo nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, nei siti di azione del Progetto Life+ Bioaquae: il Fiume Orco e i suoi affluenti. Il Progetto Bioaquae ha tra i suoi obiettivi la salvaguardia della Trota marmorata (Salmo marmoratus), specie nata proprio nel bacino del Po che attualmente presenta seri problemi di conservazione.
La geologia degli ambienti Alpini, grazie alla presenza di cascate e salti d’acqua, impedisce la naturale colonizzazione della fauna ittica di alcuni tratti dei corsi d’acqua e dei laghi alpini. Talvolta però specie ittiche naturalmente assenti sono state incautamente introdotte nel bacino: è il caso ad esempio della Trota fario  (Salmo trutta) specie alloctona introdotta per la pesca sportiva che, ibridandosi con la Trota marmorata, rappresenta la più seria minaccia alla sua conservazione. Nell’ambito del Progetto Bioaquae, alcuni torrenti del Parco al di sopra di barriere ecologiche invalicabili per la fauna ittica sono ora utilizzati per conservare attivamente la Trota marmorata. Le popolazioni di Trota fario, grazie a una paziente opera di rimozione da parte del Servizio di Sorveglianza PNGP, vengono traslocate a valle dei salti d’acqua riducendo in questo modo la minaccia di iridazione e consentendo i rilasci degli avannotti e dei giovani di Trota marmorata nati nell’incubatoio PNGP costruito nel Vallone di Piantonetto.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) riconosce la frammentazione dell’Habitat come la prima causa di perdita di biodiversità a livello globale; un’altra minaccia ampiamente riconosciuta è l’introduzione di specie alloctone. La ricostituzione della continuità fluviale e la salvaguardia di una specie a rischio previste da questi due progetti LIFE, sono primi piccoli passi verso una presa di coscienza più profonda nei riguardi dell’ecosistema acquatico nel suo complesso. Dal punto di vista evolutivo l’unione di popolazioni frammentate di ogni specie significa infatti un aumento della diversità genetica e un minor pericolo di depressione da inincrocio e quindi un maggior potenziale adattativo per affrontare la problematica convivenza con quegli uomini che vedono i fiumi solo come dei contenitori dell’acqua che va verso il mare delle vacanze estive.

 

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